Florovivaismo, rafforzare export con nuovi mercati: "Legge di settore essenziale per fare sistema"

Il settore florovivaistico di fronte all’emergenza siccità e a una situazione di mercato critica, dopo un biennio segnato dalla pandemia, gli aumenti record delle materie prima e la crisi energetica. 

Questo il punto di partenza del convegno tenutosi all’Associazione dei Florovivaisti Italiani di Cia-Agricoltori Italiani, “Italia VS Europa: il mercato delle piante”, nell’ambito della fiera MyPlant&Garden a Milano Rho.

Presente al confronto organizzato al più importante evento fieristico italiano del comparto il  responsabile del settore floricolo CIA Savona Mewes Jochen, che aveva presentato la situazione di aziende e produttori della piana albenganese e del savonese per la stagione primaverile, tra luci e ancora qualche ombra...

Ha aperto il convegno Aldo Alberto, presidente dell’associazione dei Florovivaisti Italiani, ricordando i problemi storici del florovivaismo nazionale, che ancora stenta a fare sistema come accade all’estero. 

“Siamo ancora troppo legati all’iniziativa del singolo imprenditore. Non è più rinviabile il riconoscimento del nostro settore che si deve realizzare con un ufficio dedicato al Masaf e una legge quadro, da lungo tempo attesa - dichiara Alberto -. E’ inoltre importante una buona dose di programmazione economica per incrociare la domanda e l’offerta di prodotto”.

"Il florovivaismo non deve più essere la cenerentola dell'agricoltura”, così il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra, nel suo intervento. “Il settore ha bisogno di strategie di lungo termine, con una adeguata pianificazione, frutto di una fattiva collaborazione di tutti i distretti interessati. Il ministero dell'Agricoltura - ha aggiunto La Pietra - farà la propria parte garantendo un'interlocuzione diretta con le associazioni di categoria". 

Anche per La Pietra è fondamentale valorizzare il florovivaismo inquadrandolo in una legge che attribuisca a ciascun attore della filiera le singole competenze e prende l’impegno a nome del Governo di portare a termine l’obiettivo entro la fine della legislatura.

Sull’export del florovivaismo nazionale è intervenuta Cristina Chirico, responsabile per Cia dell’internazionalizzazione. “L’esportazione si conferma sempre di più una componente essenziale del reddito dei nostri produttori. Occorre rafforzare il Made in Italy florovivaistico attraverso strumenti innovativi di promozione e strategie di comunicazione che abbiano l'obiettivo di una maggiore diversificazione delle destinazione nei mercati extra Ue. Senza dimenticare la crescita di domanda internazionale verso un prodotto sostenibile”. 

Chirico ha sottolineato soprattutto l’importanza dei Paesi terzi, in virtù del +50% nel mercato Usa realizzato dall’Italia nell’ultimo anno. “Durante la pandemia, il processo di delocalizzazione in alcuni Paesi del Sud America - aggiunge Chirico - si è rallentato e questo potrebbe rappresentare un vantaggio per le nostre produzioni territoriali”. 

Cristina Chirico ha, infine, sottolineato l’importanza dei programmi di promozione che vanno in futuro incentivati per dare un’ulteriore spinta al settore.  

Il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini, ha concluso l’evento ricordando quanto è stato fatto dalla Confederazione Italiana Agricoltori in questi anni con la nascita di un’associazione dedicata, necessaria per aggregare il mondo produttivo e permettergli di avere maggiore visibilità con gli interlocutori istituzionali italiani e stranieri: “Mi rallegro delle positive dichiarazioni del sottosegretario La Pietra sulla legge quadro e guardo con grande favore la convocazione dell’incontro interministeriale sul problema della siccità da parte del premier Meloni - ha dichiarato Fini -. Oltre a quanto detto da Chirico sull’export, ribadisco anche l’importanza dello stimolo dei consumi interni, aumentando il potere d’acquisto degli italiani grazie a nuove misure sul taglio del cuneo fiscale”.