Ponte Ognissanti: +20% negli agriturismi, ma pesano i costi energetici

L’eccezionale ondata di bel tempo durante il ponte di questi giorni favorisce le vacanze negli agriturismi liguri e savonesi, che in tempi di crisi costituiscono un’alternativa low budget rispetto ai viaggi all’estero.

Secondo Cia-Agricoltori Italiani e Turismo Verde, la sua associazione per la promozione agrituristica, tra il 28 ottobre e il primo novembre si sta registrando, infatti, un +20% di prenotazioni rispetto all’anno scorso, che scontava ancora alcune limitazioni legate alla pandemia.

Il costo medio del pernottamento per una famiglia di 4 persone in una struttura agrituristica è di 120 euro complessive, mentre per chi sceglierà la sola ristorazione il costo medio si aggira sui 35 euro pro capite.

Resta comunque la preoccupazione per gli agriturismi in merito ai rincari energetici, che in gran parte fermeranno le attività dopo il ponte, per riaprire non prima di Pasqua. E’, infatti, troppo costoso tenere aperte nell’autunno/inverno strutture spesso di grandi dimensioni, che hanno bisogno di un grande dispendio energetico per il riscaldamento.

"I nostri agriturismi in Liguria hanno confermato che terranno aperti per un altro paio di settimane viste le richieste - conferma Federica Crotti, presidente di Turismo Verde Cia Liguria -. Ma nei prossimi mesi la tendenza sarà quella di tenere chiusi a meno che non arrivino prenotazioni oltre una certa soglia".

"Le strutture più piccole possono essere più flessibili ma le bollette rischiano di vanificare tutti gli sforzi. In tanti sperano in un intervento del Governo perché tante strutture si stanno ritrovando bollette triplicate che è impossibile pagare".

Cia ricorda che la superficie media della camera di un agriturismo è di circa 36 mt2, quasi il doppio di quella di un albergo e i previsti rincari in bolletta non potranno, dunque, essere compensati dalla presenza degli ospiti.

Secondo Turismo Verde, l’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica italiana, in grado di venire incontro al desiderio di vacanze sostenibili e connesse alla natura. Se gli imprenditori hanno avuto nel biennio passato la capacità di reagire allo shock imposto dalla pandemia limitando le perdite rispetto ad altri comparti turistici, la crisi energetica desta ora grande preoccupazione.

“L’aumento dei costi produttivi, di luce e gas in particolare grava pesantemente sulle spalle delle nostre aziende - dichiara il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini - stiamo, dunque, sollecitando con vigore un’azione di governo realmente incisiva in vista della prossima manovra di bilancio”.