Peste suina: “Oltre ai risarcimenti piano strutturale su abbattimenti e monitoraggio dei boschi”

L’ordinanza della Regione Liguria ha sorpreso le associazioni agricole per le misure di precauzione applicate anche all’attività forestale (che l’ordinanza ministeriale non precludeva) e per l’obbligo di abbattimento dei suini allevati.

Sebbene l’allevamento dei suini abbia una consistenza modesta in provincia di Savona, e pertanto secondo le autorità sanitarie e amministrative regionali sia “sacrificabile” allo scopo di svolgere la massima prevenzione della diffusione del contagio, Cia Savona ritiene che, per un principio di giustizia e di buon senso, dovrebbe essere tempestivamente avviata in parallelo un’azione che acceleri il monitoraggio sulla diffusione dei contagi tra i cinghiali, unici animali selvatici sui quali è stata accertata dalle analisi la presenza della pesta suina, anche se nessun caso è stato rilevato nel savonese.

Il sovra numero degli ungulati, denunciato da anni da Cia Savona, è molto probabilmente tra le cause della presenza della PSA, per ora rilevata, si ribadisce, solo tra i capi dei selvatici. Certamente il sovra numero di cinghiali, non sostenibile dai territori dei comuni interni che oggi subiscono le pesanti conseguenze dei provvedimenti ordinativi dello Stato e della Regione, può solo creare un rischio di maggiore diffusione.

E allora Cia Savona condivide le proposte di alcuni sindaci che invitano la Regione a organizzare tempestivamente degli abbattimenti, allo scopo di procedere con rapidità alle analisi di campioni significativi di capi, in poche settimane, per capire la reale entità della diffusione della peste PSA nei boschi.

Azione oggi disposta tramite la ricerca delle carcasse, che avrà tempi lunghi e risultati parziali in quanto non analizzerà numeri significativi e soprattutto non controllerà una certa percentuale di animali che infestano boschi, distruggendo il paesaggio agrario e recando danni alle attività agricole e che costituiscono un rischio per la pubblica incolumità causando sempre più spesso incidenti stradali.

Si potrebbe sfruttare il metodo del foraggiamento, ben conosciuto dalle squadre venatorie per mantenere capi nell’areale a loro assegnato, per attrarre i selvatici in aree indicate dai sindaci, lontane dagli abitati, nei comuni colpiti dalle ordinanze dove, in sicurezza, dovrebbero avvenire abbattimenti, prelievi ai fini delle analisi e trasporto alla termodistruzione delle carcasse.

In questo caso il foraggiamento sarebbe svolto in una sorta di contrappasso dantesco; abusivamente praticato per mantenere capi sul territorio questa volta sarebbe autorizzato legalmente, nell’ambito dei poteri emergenziali delle autorità preposte per rendere celere e rappresentativo il monitoraggio sulla diffusione della peste e abbattere capi in sovra numero, che sicuramente rappresentano un rischio di diffusione se non addirittura la principale causa della presenza della PSA.

Cia Savona, inoltre, condivide che la Regione utilizzi una rapida procedura mutuata dalla Misura 21 del Psr risarcitoria dei danni Covid, che aveva pagato in tempi brevi indennizzi alle aziende agricole più danneggiate, ricomprendendo anche le aziende forestali.

Si ritiene, infine, debbano essere coinvolte nell’unità di crisi le associazioni agricole per la presenza e l’azione che svolgono nei territori interni a supporto delle attività agricole, forestali e turistiche.

Il presidente provinciale Mirco Mastroianni