Peste suina, agricoltori savonesi: "Nessun indennizzo, aziende ancora bloccate"

Nuovo allarme dagli allevatori all'interno della zona rossa di contenimento della peste suina nelle province di Savona e Genova. Le aziende sono di fatto bloccate e finora, comunicano Cia Liguria e Cia Savona, "nessun rimborso è stato attivato". 

Resta in vigore lo stop imposto sul ripopolamento di suini nelle stalle vuote con divieto assoluto di acquistare nuovi capi e proseguire normalmente le attività di allevamento.

"Le imprese interessate hanno abbattuto tutti i suini allevati, animali assolutamente sani – sottolineano Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria, e Sandro Gagliolo, presidente di Cia Savona -. La vendita degli animali è avvenuta sottocosto e questa operazione ha azzerato in un solo momento tutto il lavoro di anni degli allevatori per costruire una propria selezione aziendale volta a migliorare la qualità dei capi allevati. Lo scenario di riferimento è quello ormai in stallo da oltre quattro mesi dove nemmeno un cinghiale è stato abbattuto".

Peraltro nei comuni della provincia di Savona, interessati alla perimetrazione rossa delle aree infette da peste suina africana, non è stato rinvenuto nemmeno un capo infetto. "Non abbiamo notizia di come si intenda procedere con il programma di depopolamento dei cinghiali selvatici sicuri vettori della malattia – concludono Roggerone e Gagliolo -. Se come sentiamo si procederà solo dopo la realizzazione della "recinzione della zona", temiamo che l'unica certezza sarà lasciare spazio a nuove generazioni di cinghiali e con esse a nuovi e sempre più gravi danneggiamenti alle coltivazioni agricole".

Cia Liguria e Cia Savona, anche alla luce delle oltre 6.200 firme raccolte, chiedono la modifica della normativa regionale che consenta di operare in modo più incisivo sul controllo degli ungulati, chiarezza sull'erogazione di indennizzi alle aziende agricole che hanno dovuto abbattere i propri suini e non possono riprendere l'attività.

E richiede la completa riorganizzazione del sistema risarcitorio dei danni agricoli da selvaggina, con riferimento, appunto, alla stessa petizione lanciata dalla Confederazione Italiana Agricoltori nell'ottobre scorso, prima dell'inizio dell'emergenza, con la quale si evidenziava la necessità di una modifica legislativa sia in merito al contenimento della fauna selvatica, dannosa per le filiere agricole e pericolosa sul fronte della sicurezza stradale, quanto sul meccanismo di indennizzi per i danni provocati dalle sempre più frequenti incursioni in aree e terreni agricoli.