Pac, effetti guerra, manodopera e peste suina: le priorità di CIA-Agricoltori Italiani

Dalla riforma della Pac agli effetti della guerra in Ucraina, dalle misure agricole per fronteggiare i rincari produttivi all’allarme manodopera e peste suina africana. Sono stati questi i temi al centro del primo incontro ufficiale tra il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini e il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

In particolare, sul fronte Ue, il presidente di Cia ha confermato al ministro la piena collaborazione dell’organizzazione per la costruzione del Piano Strategico Nazionale della Pac 2023-2027, ribadendo il “no” a deroghe sulla sua applicazione. Fini ha anche sottolineato l’importanza di un’apertura chiara, a livello comunitario, sulle nuove tecniche di miglioramento genetico in ottica sostenibile, così come di una spinta sul “carbon farming”, con un maggior coinvolgimento dell’Italia sul tema. Bene, anche, il gioco di squadra in Europa contro il Nutriscore, per un’etichettatura che informi davvero senza condizionare le scelte del consumatore. Ora, secondo il presidente di Cia, lo stesso gioco di squadra deve essere mantenuto sulla nuova politica di promozione Ue, che non deve escludere né la carne né il vino.

Quanto agli effetti del conflitto in Ucraina sul settore, con i rincari eccezionali delle materie prime e dell’energia, Fini ha spiegato a Patuanelli che c’è bisogno necessariamente di una redistribuzione del valore lungo la filiera, per garantire un reddito equo e giusto agli agricoltori, lavorando insieme su questo obiettivo comune, anche con un “patto” con i consumatori.

Più nel dettaglio, sulle possibili modifiche al Decreto Aiuti del governo, secondo il presidente di Cia, sui crediti d’imposta occorre considerare anche quello per l’acquisto di gasolio agricolo, oltre a estendere il periodo di applicazione oltre il primo trimestre 2022. Sulla liquidità alle aziende, è urgente semplificare le procedure, nonché istituzionalizzare un osservatorio permanente sulla gestione del credito in agricoltura. In più, per fronteggiare la carenza di manodopera nei campi, bisogna finalmente semplificare gli strumenti per il reperimento degli addetti e pensare ad agevolazioni come la defiscalizzazione del costo del lavoro. Infine, sulle agroenergie, Fini ha chiesto al ministro un’accelerazione su una disciplina organica delle comunità energetiche per le aree interne, anche per ottimizzare l’efficacia e l’efficienza delle risorse PNRR in materia.

Infine, sull’emergenza peste suina, che ormai interessa Liguria, Piemonte, Lazio e Abruzzo, il presidente di Cia ha segnalato a Patuanelli come gli attuali Piani Regionali di intervento sulla PSA sono ancora lenti, e gli indennizzi per le imprese nelle aree infette non sono ancora arrivati. Per Fini, sono comunque urgenti ulteriori risorse sia per risarcire le aziende agricole colpite che per aumentare le misure di biosicurezza. Altrettanto necessarie sono misure straordinarie di contenimento del numero dei cinghiali, ormai totalmente fuori controllo.

Proprio sulla situazione legata ai cinghiali: 50 milioni di indennizzi garantiti e immediati per sostenere le aziende colpite e il settore suinicolo nazionale, oltre a quelli già stanziati dal Governo, ma ancora non liquidati. Questo l’appello urgente di Cia-Agricoltori Italiani

“Si sta perdendo tempo prezioso, i piani di abbattimento della fauna selvatica vanno a rilento nel Nord Ovest - solo 2mila ungulati sui 50mila stimati - e a Roma non sono neppure cominciati. Nel frattempo, le aziende colpite non hanno ancora ricevuto un euro di indennizzi, in un momento di generale crisi di redditività per la suinicoltura, per i forti rincari energetici e il prezzo del mais alle stelle” afferma il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini, dopo il ritrovamento dei primi due suini infetti in Italia, che potrebbero portare Bruxelles a dichiarare la temuta fase 3 dell’emergenza, con il passaggio del virus dal cinghiale al maiale domestico.

Cristiano Fini chiede, dunque, al Governo un intervento deciso sul piano di abbattimenti dei cinghiali, non più rimandabile e auspica in questa fase un maggiore coinvolgimento delle associazioni agricole. Sul versante dei ristori, Fini non ritiene assolutamente sufficienti i 25 milioni stanziati dal Decreto governativo per indennizzare gli allevatori, dopo i primi casi rinvenuti in Piemonte e Liguria. Queste risorse non potranno bastare ora che la PSA ha colpito altri due importanti areali a Roma e nel reatino (circa 2mila aziende) e minaccia pericolosamente Umbria, Abruzzo e Toscana. Gli allevatori di suini dovranno, infatti, bloccare la loro attività per almeno sei mesi, con la macellazione cautelativa e il divieto di ripopolamento delle stalle. Al danno per la zootecnia si aggiunge lo stop alla commercializzazione dei foraggi (paglia, fieno) per gli agricoltori in tutte queste zone rosse (si stimano almeno 10 milioni di mancato reddito).

“Anche le altre risorse stanziate dal Governo per le misure di biosicurezza negli allevamenti sono da implementare con urgenza - dichiara Fini -. Senza considerare il rischio che il ritrovamento dei primi suini infetti possa indurre Bruxelles a chiedere all’Italia un severo incremento di tali misure. Questo potrebbe riguardare non solo le aziende delle zone rosse in Piemonte, Liguria e Lazio, ma tutti i 132mila allevamenti suinicoli sul territorio italiano, con un danno incalcolabile per il settore”.

“Il Governo metta in campo tutti gli strumenti a disposizione della struttura commissariale -conclude Fini - prima che metta a repentaglio tutto il comparto suinicolo nazionale, da cui dipendono 11 miliardi di fatturato e 70mila addetti nella filiera delle carni suine, punta di diamante del Made in Italy. Sono a rischio 21 Dop e 12 Igp che rendono la nostra salumeria unica al mondo, con un valore annuo complessivo di 1,6mld di export”. 

L’importanza della filiera è confermata anche dai consumi nazionali, considerando che - secondo Cia - i prodotti a base di carne suina rappresentano circa l’8% degli acquisti nel carrello della spesa degli italiani.