Rispetto al parametro europeo dell’1% trovare gli opportuni adeguamenti normativi a livello nazionale e regionale per superare l’empasse sulle richieste dei viticoltori liguri e savonesi, che da tempo stanno affrontando una dura lotta sull’aumento delle superfici vinicole, con numerose domande rimaste al palo a danno dei produttori e delle aziende del settore pronte a nuovi investimenti per stare al passo rispetto a criteri quantitativi oltre che di qualità dei vini locali.
In Regione si è svolto un tavolo tecnico alla presenza dei rappresentanti di categoria, per Cia Savona presente il referente Mirco Mastroianni: “A livello ligure, con 1.650 ettari complessivi la percentuale dell’1% implica una possibile ripartizione di appena 16 ettari su tutte le superfici regionali, davvero pochissimo…” sottolinea.
“Dal tavolo è emerso il messaggio forte e chiaro all’Assessorato della Regione Liguria di intercedere presso il Ministero per una rivisitazione legislativa in grado di rendere flessibile e congrua l’assegnazione di nuovi impianti”.
“Infatti – prosegue – fermo restando i parametri europei si può differenziare la ripartizione tra regioni che non hanno richieste e vedono spesso superfici utilizzabili ma non assegnate e altre, come la Liguria, affamante di nuovi spazi per la produzione dei vini. La prospettiva è quindi quella di attingere da altre regioni nell’ambito di una nuova distribuzione funzionale al settore e alle potenzialità dei singoli territori” aggiunge Mastroianni.
“E a livello regionale l’assegnazione delle superfici potrebbe avvenire in toto su una delle quattro province, con un adeguamento a scaglione anno per anno, in modo che ogni territorio possa così disporre di una quantità adeguata per le opportune lavorazioni e investimenti sui nuovi vigneti”.
“Si tratta di un doppio aggiornamento normativo che appare una strada percorribile per soddisfare le richieste di numerose aziende dell’albenganese, del savonese e di tutto il territorio ligure: auspichiamo, quindi, che si possano definire nuovi strumenti per favorire lo sviluppo di una filiera agricola che ha dimostrato la sua forza e strategicità sui mercati”.
Il responsabile Cia poi sottolinea: “Altro aspetto di supporto rispetto alle superfici è quello di un riutilizzo di vigneti già registrati ma ormai in disuso. Anche su questo è necessario intervenire per soddisfare le volontà di produttori e aziende del comparto vitivinicolo: abbiamo richiesto una catalogazione di vigneti abbandonati sui quali si potrebbe sviluppare una parallela procedura di assegnazione”.
“L’aumento delle superfici dei vigneti in risposta al numero insufficiente di autorizzazioni per nuovi impianti è una priorità fondamentale per implementare la produzione secondo gli attuali canoni di mercato e al tempo stesso operare nel recupero e valorizzazione di aree rurali”.
“Inoltre, rappresenta una risposta rispetto alle conseguenze legate ai cambiamenti climatici, maltempo e siccità che hanno visto effetti sulle uve e un calo di produzione del 25%. Abbiamo bisogno di vigneti più ampi e diversificati, passaggio indispensabile per ripristinare un’alta incidenza dell’export così come il ruolo del settore enologico nell’offerta e nell’incoming turistico, con il filone dell’enoturismo in forte crescita”.
“L’aumento degli impianti sarebbe anche un volano ai processi innovativi nell’ambito della complessiva filiera del vino, soggetta alle iniziative delle nuove frontiere dell’agricoltura di precisione: dalla pianta della vite fino alla sua coltivazione sempre con minore impatto ambientale, passando per le tecnologie di vinificazione, all’utilizzo di lieviti autoctoni che assicurano la tipicità del vino, arrivando ai canali di promozione, vendita e commercializzazione”.
Infine, soddisfazione per il via al registro regionale dei vigneti storici ed eroici, che darà altro impulso nell’assegnazione dei fondi per la ristrutturazione delle superfici, con il reimpianto di nuovi vigneti su terreni sgomberati da vecchi vigneti ormai divenuti improduttivi o per l’ammodernamento di quelli esistenti: “Oltre alla difesa del suolo, si potrà valorizzare i vitigni autoctoni, anche con nuove azioni promozionali come la creazione di un nuovo brand identificativo e territoriale delle nostre eccellenze vinicole".