“Domani sarà la Giornata internazionale delle donne rurali e, oggi, siamo qui per riaffermarne il ruolo chiave e il contributo che apportano, da sempre, in termini di conoscenza, lavoro e sensibilità allo sviluppo dei sistemi agricoli locali. Un esercito di coraggiose che rappresentano oltre un quarto della popolazione mondiale e che possono fare rete per superare le grandi sfide, economiche, ambientali e sociali, come le crisi alimentari, i cambiamenti climatici, le disuguaglianze e le discriminazioni di genere”.
Questo il messaggio rilanciato da Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, nelle parole della sua presidente nazionale, Pina Terenzi, dall’evento online “Nutrire i territori, nutrirsi di territorio”.
In provincia di Savona ci sono circa 2.900 aziende agricole iscritte alla Camera di Commercio, di queste un 20% vedono come titolari proprio le donne, ovvero circa 600, di cui 150 iscritte a CIA. Si tratta di imprenditrici impegnate in vari settori produttivi legati alle filiere agricole: vinicolo, floricolo, olivicolo, orticolo e allevamento.
Con Donne in Campo-Cia, la ricorrenza del 15 ottobre arriva come occasione per fare nuovo appello alle 204 mila imprenditrici italiane del settore: serve rafforzare i sistemi alimentari locali, promuovere la Dieta Mediterranea, farsi promotrici di pratiche sostenibili, difendere la pace e cibo sano e sicuro per tutti.
Per l’associazione di Cia, infatti, è soprattutto adesso che la visione femminile deve tornare protagonista. Occorre per introdurre azioni efficaci nella gestione della crisi, restituire all’Italia la sua vocazione agricola e difendere il settore quale asset strategico nell’economica del Paese come di intere comunità, dove il cibo è patrimonio di biodiversità, salute e benessere, cultura e tradizione.
Ed è alle “comunità del cibo” che Donne in Campo-Cia guarda con interesse. Possono essere la chiave per affrontare nelle aree interne d’Italia la pressione incalzante del caro vita. Un’azione collettiva coinvolgendo intorno alle filiere agricole locali, le mense scolastiche, degli ospedali e gli enti locali.
Del resto, a supporto dello sviluppo delle “comunità del cibo”, ci sono sempre più imprenditrici agricole, ambasciatrici di buone pratiche, nella cooperazione e nelle reti d’impresa sul territorio, basti pensare ai mercati contadini o all’Agricatering di cui Donne in Campo-Cia è pioniera. Perché queste si consolidino, però, bisogna andare oltre gli steccati delle filiere corte e della domanda locale. Oggi, il 74% delle vendite alimentari passa dalla distribuzione moderna, con la quale - secondo l’associazione di Cia - occorre trovare il modo di fare squadra proprio a salvaguardia di quelle produzioni agricole locali che sono l’anima della dieta mediterranea.
“E’ una sfida complessa, ma necessaria anche per riportare equilibrio lungo la filiera del cibo e riconoscere alle imprenditrici e agli imprenditori agricoli il giusto valore del loro lavoro - ha aggiunto Pina Terenzi- senza tralasciare, ancora una volta, quanto le donne dell’agricoltura sia collante fondamentale nelle aree rurali del Paese e coltivatrici, comunque e ovunque, di pace”.
“Nella corsa contro le emergenze, la visione di futuro che appartiene alle donne, forti di lungimiranza ed empatia, è quanto di più prezioso si possa avere nel mondo agricolo, come nel più ampio tessuto sociale - ha concluso il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini -. A Donne in Campo il merito di rilanciare sempre appelli e alleanze, anche a livello internazionale, a salvaguardia di valori e beni primari”.