Cia Savona, raddoppio autorizzazioni per nuovi vigneti: “Finalmente accolte le richieste di aziende e produttori”

Soddisfazione da parte di CIA Savona sull’annuncio dell’assessore regionale Alessandro Piana in merito al raddoppio per la Liguria sulle autorizzazioni per nuovi impianti vitivinicoli: a partire dal 2024 si prevede la quota minima da 10 a 30 ettari per nuovi vigneti in Italia, che raddoppierebbe, appunto, la superficie sino a oggi riservata alla Liguria (da 16 a 30 ettari, secondo le prime stime).

“Finalmente, era ora!” è il commento del presidente provinciale Sandro Gagliolo e del responsabile del settore vitivinicolo Mirco Mastroianni. “Se confermato come auspichiamo, si tratta di un risultato molto importante per il comparto e la filiera del vino, in quanto la questione rappresentava da tempo una delle maggiori criticità per aziende e produttori del nostro territorio”.

“Quindi non possiamo che accogliere positivamente quanto annunciato dalla Regione Liguria: CIA Savona in questi anni ha condotto una dura battaglia per l’aumento delle superfici vinicole, anche alla luce delle numerose domande e richieste rimaste bloccate. Il territorio ligure e savonese sono affamati di nuovi spazi per la produzione dei vini, con imprese vitivinicole pronte a nuovi investimenti per implementare la quantità prodotta ed essere ancora più competitivi sui mercati” aggiungono Gagliolo e Mastroianni.

A questo CIA Savona pone poi una riflessione sui cambiamenti climatici in atto: “Abbiamo bisogno di vigneti più ampi e diversificati anche per affrontare le conseguenze del clima che incidono sempre di più sulle aree vitivinicole. E poniamo alla Regione Liguria la possibilità di creare cloni resistenti per i vitigni, come per il Rossese o il Pigato, uno studio genetico con applicazioni tecniche e dirette che possano ulteriormente tutelare le produzioni e i vigneti senza snaturare la tipicità dei nostri vini”.

“E’ stato fatto in altre regioni italiane, sarebbe auspicabile una procedura speculare anche per la Liguria, con programmi di miglioramento genetico e sanitario grazie alla selezione clonale che porterebbe altri vantaggi e garanzie ad aziende e produttori del settore” concludono Gagliolo e Mastroianni.