CIA Savona: opere infrastrutturali a minor danno agricolo e ambientale

La Giunta CIA Savona ha valutato la situazione delle infrastrutture di collegamento verso l’esterno della provincia e della Liguria ed ha analizzato anche la situazione generale dei collegamenti viari, autostradali oltre che ferroviari e portuali.

Cosa accadrà la prossima primavera quando a marzo e aprile i Tir che trasportano in Europa le piante aromatiche dell’albenganese troveranno le code in autostrada, non più contenute dalle limitazioni dall’emergenza Covid come accaduto nelle primavere 2020 e 2021?

E lo spostamento a monte della ferrovia nell’albenganese potrebbe sottrarre quote importanti di territorio all’agricoltura? La Giunta chiede agli Enti Locali di rendere noto lo stato progettuale e se le voci e informazioni sul finanziamento della tratta mancante per il completamento del raddoppio ferroviario (Finale L. - Andora) se risulti davvero finanziata e su quale piano o programma. Questa conoscenza consentirà alle categorie economiche di effettuare scelte e fare programmazione dei propri investimenti, oltre ad esprimere una propria valutazione su dati reali.

Ed eventualmente di proporre soluzioni alternative per le aziende agricole che verranno coinvolte direttamente o indirettamente dal tracciato ma porre anche l’esigenza di soluzioni compensative economiche o di nuove superfici agricole che potrebbero essere realizzate con l’abbancamento dei materiali di scavo delle gallerie.

CIA Savona attende quindi interventi autorevoli dei parlamentari e consiglieri regionali del ponente ligure per avere conoscenza puntuale sulle infrastrutture viarie, autostradali e ferroviarie della Liguria finanziate, in quanto, allo stato attuale sembrerebbe finanziato il solo adeguamento tecnico al progetto dello spostamento all’origine Finale L.-Albenga, ma non le opere attese da decenni.

Oltre la preoccupazione per la perdita di territorio agricolo, considerando che secondo CIA Savona il tracciato a valle dell’autostrada, nella fascia di rispetto, permane il meno impattante se consideriamo l’irrealizzabilità del raddoppio tra Ceriale e Albenga, pena la rinuncia alla velocità delle percorrenze che sono state l’obiettivo del progetto, CIA Savona nutre allo stesso tempo forte preoccupazione per il deficit infrastrutturale del ponente ligure.

Prevedibilmente l’autostrada subirà nei prossimi anni interventi manutentori radicali e ripetuti che ne limiteranno la percorribilità. La mancanza di alternative stradali proponibili verso Piemonte e Lombardia, quindi verso il nord Italia e il nord Europa, continuerà a limitare l’economia del ponente che rimarrà per decenni isolata e difficilmente raggiungibile.

Non risultano finanziate né tratte ulteriori dell’Aurelia bis, che sarebbero le alternative intermedie tra la S.S.1 e l’autostrada, né il tunnel Armo Cantarana che collegherebbe Imperia con Ceva in 40 minuti, alleggerendo il peso veicolare e decongestionando ll’A10 tra Imperia e Savona.

La bretella autostradale Albenga-Predosa, che collegherebbe l’A6 con la Torino Savona, rilanciata dagli amministratori locali, è ancora in fase pre-progettuale con uno studio di fattibilità.

Purtroppo non risulta alcuna opera infrastrutturale del ponente ligure programmata e finanziata sul PNRR, questa grande opportunità che impone già ora la cantierabilità dei progetti al fine di realizzare le opere entro il 2026: anche “questo treno”, il PNRR, sembra passare senza che la nostra rappresentanza politica riesca ad agganciare un vagone.

CIA Savona è interessata a condividere e sostenere progettualità di potenziamento infrastrutturale del ponente ligure, contribuendo alla ricerca di soluzioni a minor danno agricolo e ambientale, per evitare il rischio di marginalità economica del nostro territorio del ponente ligure.

In ogni ambito economico la velocità degli scambi e delle percorrenze delle merci è il principale fattore di competitività: se i Tir finiscono in coda in autostrada uno dei vantaggi competitivi del nostro territorio, come nella produzione delle piante, rispetto ad altri territori nazionali viene a mancare. Fenomeno analogo a quanto sta accadendo nel turismo: la Liguria di ponente, bellissima, ma destinazione difficile da raggiungere per carenza di collegamenti scorrevoli, rischia di perdere appeal e visitatori, anche nell’ottica di uno sviluppo del turismo green e naturalistico sul quale le strutture agrituristiche puntano per il rilancio del settore.