Un buon afflusso di pubblico, soprattutto operatori interessati ai vini delle aziende savonesi, Pigato in primis. E se è vero che ci sono meno operatori esteri, fortunatamente gli ordini non mancano, un bel segnale per il settore vitivinicolo”.
Così Mirco Mastroanni, referente CIA Savona, commenta la rassegna “Vinitaly”, la 54esima edizione del Salone Internazionale dedicata ai vini italiani, tra quali brillano ancora una volta le eccellenze liguri e savonesi.
La rete “Vite in Riviera”, con il suo stand, rappresenta il territorio del ponente ligure con ben 25 aziende: “Una presenza importante per un vero rilancio del settore” aggiunge ancora Mastroianni.
Pigato e Vermentino, ma anche il Rossese e la Granaccia (IGT), con annate di ottima qualità, hanno mantenuto il loro appeal e quote di mercato, con una ripresa sostenuta delle vendite e della commercializzazione complessiva. La crescita dell'export dei vini liguri è stata del 26,7% nel 2021 sul 2020, a fronte di una media nazionale del 12,4%.
Quest'anno sono state 52 aziende liguri coinvolte (19 della
Spezia, 18 di Imperia, 8 di Savona, 4 di Genova e 3 di Massa
Carrara) e 84 etichette. Sono circa 1.700 gli ettari di superficie vitata, circa 1.500 le imprese del
settore tra produttori, aziende agricole e imbottigliatori.
Il primato di superficie e produzione è della provincia spezzina che vanta oltre 600 ettari di vitigni. La Liguria conta 8 Denominazioni di origine controllata (Rossese di Dolceacqua, Ormeasco di Pornassio, Riviera Ligure di Ponente, Valpolcevera, Golfo del Tigullio, Colline di Levanto, Cinque Terre, Colli di Luni) e 4 Indicazioni geografiche tipiche (Colline Savonesi, Liguria di Levante, Colline del Genovesato, Terrazze dell'Imperiese).
In Liguria si producono ogni anno più di 40.000 ettolitri di vino, tra Bianchi, Rossi e ottimi Rosati. Per questo Vinitaly è stata anche vetrina per un confronto a livello istituzionale e con gli stakeholder del settore sul futuro della produzione vitivinicola, in primis le strategie di innovazione sulle quali il settore deve avvicinarsi sempre di più: “Le nuove frontiere della viticoltura 4.0 interessano tutta la filiera del vino”.Tra le carte vincenti della Liguria la forte identità dei suoi vini, frutto di coltivazioni eroiche e della sapienza dei produttori, oltre ai prodotti sostenibili. Secondo i dati dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor proprio i vini biologici o green ed i vitigni autoctoni sono ai primi posti tra quelli ad alto potenziale di crescita nei prossimi anni, rispettivamente con il 27% e con il 22% delle preferenze di scelta dei consumatori.
“Per le
aziende dei produttori viticoli una occasione di promozione, che deve essere
ancora più sostenuta e ben indirizzata per una internazionalizzazione delle nostre
imprese e dei nostri prodotti”.
“E come ogni eccellenza enogastronomica, il richiamo diretto è per lo steso settore turistico, con i vini che rappresentano e rappresenteranno ancora una carta vincente di attrattività e di destinazione per il nostro territorio” conclude Mastroianni.