8 Marzo, mimose: in Liguria il 90% della produzione nazionale, ma fioriture troppo anticipate

La mimosa è la pianta simbolo della Festa della donna e l’8 marzo, da solo, vale l’85% degli acquisti di stagione. Cia-Agricoltori Italiani stima un giro d’affari di 12mln di euro, con 10 milioni di mazzetti pronti a essere regalati ad amiche, fidanzate, mogli e colleghe.

Tuttavia, Cia segnala scarsità di prodotto (-40%) dovuto a fioriture anticipate in gennaio per
effetto di temperature ben al di sopra della media e un impatto negativo della siccità, soprattutto
in Liguria da dove arriva il 90% della produzione nazionale. Se i produttori floricoli sono, comunque, riusciti a mantenere prezzi stabili rispetto allo scorso anno, si segnala un +20% del
costo al dettaglio sulla parte commerciale. I prezzi dei “mazzetti” partono dai 6 euro fino ad
arrivare a 10-12 euro mentre le piante, il cui prezzo va in base alla grandezza del vaso, variano
dagli 11 fino a 50 euro. Per far fronte agli effetti del climate change, il vivaismo nazionale sta ora
studiando varianti tardive di mimosa che possano soddisfare la grande richiesta in occasione
della festività dell’8 marzo.

Nella situazione complessivamente difficile per l'agricoltura a causa di siccità e aumento
costi delle materie prime, l’associazione dei Florovivaisti Italiani di Cia segnala un buon livello di
export. A causa degli eccessivi costi di trasporto si è, infatti, ridotta l'importazione in Europa di
fiori dal Sud America e dall'Africa. La concorrenza di quei Paesi - dove spesso non vengono
rispettati i diritti dei lavoratori e si produce con pesticidi vietati nell'Ue - è uno dei gravi problemi
della floricoltura italiana. Significativo il caso delle rose vendute nelle catene della grande
distribuzione che arrivano per la quasi totalità dal Kenya o delle orchidee, provenienti al 90% da
Taiwan.

Cia ricorda, infine, come le vendite di mimosa abbiano tradizionalmente un effetto
trainante per la commercializzazione di altre specie di fiori primaverili come anemoni, ranuncoli e
margherite, con la possibilità di compensare la riduzione del 25% degli acquisti prodotti floricoli
da parte dei consumatori italiani, causata da un’inflazione che da mesi viaggia a doppia cifra.